Un giorno Angelo Vaira, fondatore della scuola Think Dog, ma per me molto di più … per me è una specie di Guru, una persona speciale, la persona che vorrei tanto essere, uno di quelli che quando parlano ti arrivano dentro, potrebbe parlare in una lingua aliena che non mi stancherei mai di ascoltarlo …
vabbè dicevo (quando parlo di Vaira non posso fare a meno di divagare) una volta questo uomo meraviglioso, disse una cosa, tra le altre, che, nella sua semplicità e veridicità non dimenticherò mai;
all’interno di un discorso in cui parlava della necessità di permettere ai nostri cani di essere loro stessi, di esprimere la loro natura, disse che, quando chiedeva ai ‘proprietari’ di cani cosa ricordassero con maggior nostalgia dei cani che avevano ‘perso’, tutti riportavano episodi in
cui il caro animale si era comportato in modo spontaneo, magari anche non proprio in linea a quanto il proprietario gli aveva insegnato, sì insomma le cose che si trovavano a raccontare, il più delle volte erano ‘marachelle’ 🙂
Ho pensato allora a cosa ricordo io in genere con un sorriso dei miei amati che non ci sono più … ed è proprio così!
Quante volte pensiamo a quando il nostro piccolo Red morse una ragazzina! si proprio così!
Era una ragazzina un pò ‘vivace’ e ‘maschiaccia’, che tra l’altro poi è diventata una bella ragazza e credo anche una brava persona, non la conosco ma sono sicura che sia così; ai tempi si divertiva a fare i dispetti al mio cane quando passava di fianco al cancello, lo stuzzicava, aveva anche provato ad afferrarlo, lui non la poteva vedere;
un giorno mio marito era nel viale a spalare la neve, ne era venuta tanta che non era neanche riuscito a spostare l’auto per andare a lavorare; con lui c’era il piccolo Red, un meticcio Jack Russel che si divertiva in mezzo alla neve;
proprio in quel momento passò la ragazzina, Red la lasciò passare ignorandola ma poi la rincorse e la addentò nel sedere! non strappò neanche i jeans, ma fu per lui un gesto così liberatorio! e questo era il mio Red! nessuno di noi si è sentito di sgridarlo, sarebbe stato come rifiutarlo.
E quando parliamo della Kora, il nostro pastore tedesco, non possiamo fare a meno di ricordare, con un sorriso, tutte le volte che sradicava dal giardino le rose di mia madre, le toglieva afferrandole dal gambo e le poggiava in mezzo al cortile, e noi di corsa a reinterrarle prima che mia madre se ne accorgesse 🙂
le rose non ce la fecero … ma del resto ho imparato che con certi cani devi scegliere, o il giardino o il cane.