Processionaria, con la stagione calda arriva il pericolo per i cani

In questa stagione si può incontrare un insetto che rappresenta un pericolo mortale per i cani, la processionaria. Ecco come provare ad evitarla.

Cosa sono le processionarie

Con l’arrivo della primavera ci sono buone probabilità di incontrare la processionaria (Thaumetopoea pityocampa). Sono bruchi buffi e in apparenza innocui che prendono il nome dall’abitudine peculiare di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”.

Processionarie del pino, questi insetti hanno l’abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione” (Thaumetopoea pityocampa / Traumatocampa pityocampa) (Photo by: Arterra/UIG via Getty Images)

Adulti inoffensivi, bruchi terribili

Questi animali, insetti dell’ordine dei lepidotteri, da adulti si trasformano in inoffensive falene, ma nello stadio larvale possono essere pericolosi per gli esseri umani e addirittura letali per gli animali, soprattutto per i cani che hanno l’abitudine di annusare il terreno e di addentare qualsiasi cosa si muove.

I peli della processionaria sono il pericolo

Il pericolo è rappresentato dai peli urticanti che ricoprono il corpo della processionaria, questi peli vengono rilasciati nell’aria quando il bruco è in pericolo e la loro forma uncinata gli permette di agganciarsi alla vittima provocando reazioni cutanee, alle mucose, agli occhi e alle vie respiratorie.

Dove nidificano le processionarie

Le processionarie nidificano soprattutto su pini e querce e sono estremamente dannose anche per le piante che le “ospitano”. Il periodo di maggior rischio di contatto con le processionarie inizia a marzo, fase in cui solitamente le larve abbandonano i nidi, e dura almeno fino alla fine di aprile.

Nido di processionaria del pino. Ogni femmina di processionaria produce un “ammasso” di uova che viene fissato ad un ago dell’albero ospitante (Photo by Forster/ullstein bild via Getty Images)

Effetti della processionaria sul cane, i sintomi

Se il vostro cane dovesse “assaggiare” una processionaria ve ne accorgereste presto, i sintomi sono infatti piuttosto immediati. Il primo è l’improvvisa e intensa salivazione, a cui fa spesso seguito il vomito, dopodiché la lingua si ingrossa notevolmente e inizia il processo di necrosi della parte che è venuta a contatto con il bruco, con la conseguente perdita di porzioni di lingua. Il cane inoltre mostra evidenti segni di debolezza, rifiuta il cibo e potrebbe avere sintomi febbrili.

Le conseguenze della processionaria

Le conseguenze potrebbero essere fatali per l’animale, specie se il contatto è stato prolungato, è pertanto necessario agire con la massima tempestività. È chiaramente importante portare il prima possibile il cane dal veterinario, c’è però un’operazione di primo soccorso che può rivelarsi molto utile.

Cosa fare se il cane lecca una processionaria

È necessario rimuovere rapidamente i peli residui lavando la bocca del cane con un abbondante soluzione di acqua e bicarbonato (si consiglia di indossare guanti di lattice per evitare di toccare a propria volta i peli urticanti).

I peli urticanti del bruco della processionaria, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare e in casi gravi può comportare la perdita di porzioni di lingua (Photo by Leon Neal/Getty Images)

Stare lontani dai luoghi delle processionarie

In questa stagione dunque, per quanto possibile, è consigliabile stare alla larga da pini e querce durante le passeggiate, tenendo a mente che la processionaria colpisce soprattutto alberi giovani. Se si lascia il cane libero in un parco, senza controllarlo costantemente, un’altra forma di prevenzione (per quanto sgradita al tuo animale) è di fargli indossare la museruola.

Nido di processionaria: disinfestazione obbligatoria

La disinfestazione dei bruchi di processionaria in Italia è obbligatoria dal 2008, con l’entrata in vigore di un decreto ministeriale che stabilisce che “la lotta contro la processionaria del pino è obbligatoria nelle aree in cui le strutture regionali individuate per le finalità di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214, competenti per territorio, hanno stabilito che la presenza dell’insetto minacci seriamente la salute delle persone o degli animali o la sopravvivenza del popolamento arboreo”. Deputati alla rimozione dei nidi di processionaria sono il Corpo forestale o professionisti della disinfestazione. Se la pianta infestata è in una proprietà privata la spesa della disinfestazione è a carico del proprietario del terreno.

Gli effetti sull’uomo della processionaria

I bruchi di processionaria costituiscono un pericolo anche per gli esseri umani, i loro peli urticanti possono facilmente disperdersi anche nell’aria. Se i peli vengono a contatto con la pelle possono scatenare reazioni epidermiche e reazioni allergiche, mentre in caso di inalazione possono causare reazioni infiammatorie locali, particolarmente pericolose per i soggetti più sensibili. In caso di contatto si consiglia di lavare abbondantemente le zone interessate per rimuovere i peli e consultare un medico

Metodi di disinfestazione

Esistono diverse tecniche per debellare i bruchi di processionaria, dalla lotta meccanica all’utilizzo di insetticidi biologici.

Lotta meccanica

Consiste nella rimozione manuale dei nidi di processionaria, tagliando le estremità della pianta infestate. Questo procedimento viene abitualmente svolto durante l’inverno, prima che le larve siano uscite dal nido. Si tratta di una tecnica efficace ma che richiede molto tempo, è pertanto consigliata se la superficie da disinfestare è limitata.

Bruchi di processionaria che scendono da una albero dopo essere usciti dal nido (Photo by: Auscape/UIG via Getty Images)

Lotta microbiologica

Questo metodo è molto utilizzato e prevede l’utilizzo di un insetticida biologico a base di Bacillus thuringiensis kurstaki (Btk). Questo insetticida, innocuo per persone e cani, agisce rapidamente, bloccando l’attività trofica delle larve. L’insetticida può essere diffuso con per via aerea o tramite un atomizzatore.

Trappole ai feromoni

Le trappole ai feromoni “simulano” le sostanze rilasciate dalla femmina di falena di processionaria per attirare il maschio durante il periodo dell’accoppiamento. Così facendo si riduce la possibilità di incontro e di procreazione tra maschi e femmine. Il periodo migliore per posizionare queste trappole è il mese di giugno.

Fonte : https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/arriva-la-primavera-pericolo-processionarie-per-cani

Il tempo di qualità o il tempo in quantità? — Thinkdog

Quanto tempo può stare da solo un cane?

Molti cani passano molte ore, talvolta giornate intere, da soli, a casa o in giardino, in attesa che i famigliari rientrino dal lavoro. Purtroppo questa è una condizione innaturale alla quale molti cani nel bene o nel male, si adeguano. Capita che alcuni cani per la noia, la frustrazione, l’ansia, mentre sono a casa da soli abbaino, ululino, distruggano oggetti, grattino le porte etc, mentre altre volte il cane sonnecchia semplicemente in un “dolce” far niente.

Quando le persone si pongono il problema del “quanto tempo è giusto lasciare il cane solo e quando invece diventa troppo?”, si apre un mondo di risposte possibili. Innanzitutto, come per tutte le questioni, bisogna valutare la singola circostanza, cioè il singolo cane, la singola abitazione, il singolo gruppo famigliare.

Detto ciò, a mio avviso ci sono alcune considerazioni che valgono in generale e che tutti dovrebbero tenere presente.

Il cane è un animale sociale

Partiamo dal presupposto che il cane sia un animale sociale: ama ed è naturale per lui fare parte di un gruppo, che può essere un branco di cani o un gruppo misto, ma in generale il cane non è fatto per stare solo. Spesso poi sento dire che “non importa quanto tempo passi col tuo cane, basta che sia un tempo di qualità”; ma cosa significa “di qualità”?

Significa probabilmente, per come viene comunemente inteso, che durante quel tempo bisogna interagire, andare a passeggio, o giocare, fare insomma qualcosa che preveda un’interazione diretta tra noi e il cane. Se applicassimo alla lettera questa direttiva, significherebbe che il cane avrebbe due situazioni in una giornata (tre se consideriamo le ore di sonno notturno): o è solo e non può interagire, oppure non è solo ed è in costante interazione con qualcuno.

Ma non credete che sia anche importante potere condividere lo spazio senza che sia necessario interfacciarsi continuamente?

Io amo stare in casa col mio compagno ad esempio anche se ognuno legge il proprio libro, oppure mentre uno cucina l’altro guarda la tv, ed è comunque un farsi compagnia piacevole, no?

Temo che questa dicotomia così netta tra “sono solo e non posso interagire con nessuno” e “siamo insieme dobbiamo per forza fare qualcosa” non sia sano perché non rispecchia la naturalezza della quotidianità, dove c’è anche un “ora sono un attimo occupato” che dovrebbe valere sia per il cane che magari sta annusando un messaggio lasciato da qualche vicino, sia per noi che magari dobbiamo fare qualcosa che non coinvolga il cane!

Oltre a ciò diventa poi ancora più difficile per il cane rimanere solo se quando siamo insieme facciamo sempre qualcosa, il peso dello stare soli si somma al “no poter fare nulla”, il che rende la situazione più pesante. E’ molto importante, in special modo con i cuccioli, invece, essere presente mentre il cane “si fa gli affari suoi” per poter intervenire su comportamenti sgraditi come ad esempio mangiare il divano o le nostre scarpe. Insomma, se siamo insieme al cane due ore al giorno e nelle altre 22 il cane è libero di fare tutto ciò che vuole, come pensate che possa apprendere le regole di casa?

Se invece, mentre io ora sto scrivendo al computer, la mia dolce cagnolona arriva con una ciabatta in bocca e io la indirizzo verso un’altra attività più consona, tipo giocare con il suo peluche, poi possiamo rimetterci a fare ognuna ciò che deve, ma io essendo qui ho potuto essere al posto giusto al momento giusto, mentre se fossi stata fuori, sarei tornata e forse avrei trovato la ciabatta mangiata, ma a quel punto cosa avrei mai potuto fare? Certamente nulla al fine di educarla.

Più ci siamo, meglio è

Quindi, pur sapendo che le persone devono lavorare, che non è sempre possibile stare 24 ore al giorno con il proprio cane, io mi sento di dire che più ci stiamo meglio è per lui, per la sua educazione, per la relazione che possiamo costruire.

Del tempo che abbiamo a disposizione con lui una parte verrà destinato a cose da fare insieme (passeggiata, giochi, coccole, esercizi, etc) e una parte semplicemente allo stare insieme senza per forza “fare qualcosa insieme”.

Fonte : https://www.thinkdog.it/approfondimenti/il-tempo-di-qualita-o-il-tempo-in-quantita/