
Frase rubata …

“La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (M. Gandhi)
E’ primavera
la stagione della rinascita
la stagione che profuma di speranza
di progetti per l’estate e passeggiate
nei prati, lungo i fiumi e nei boschi
e di acquazzoni
e mentre stai per abbandonarti alla musica del vento
ti svegli …
gli incubi peggiori non sono quelli da cui ti svegli
ma quelli che arrivano
proprio quando ti svegli
gli occhi chiusi
seduta su un sasso morbido di muschio
un silenzio che profuma di torba
inspiro
mi riempio di vita
espiro
butto fuori le tensioni
sento il mio corpo abbandonarsi
fondersi col cosmo
non c’è tempo
non c’è prima nè dopo
soltanto adesso
soltanto qui
nel bosco …
sospeso tra un giorno trascorso tra ansia e preoccupazione
e un giorno, domani, così incerto che ti fa paura
un sospiro che non finisce più
come un’attesa senza scadenza
desiderando solo la normalità
quella normalità che solo un mese fa ti annoiava
ed ora sembra solo un ricordo
e ti sembra che non tornerà più
e forse sarà proprio così
niente sarà come prima
allora, forse,
è meglio oggi.
le sbarre più resistenti sono quelle della gabbia che ci costruiamo nel tempo
sbarre fatte di parole non dette
di sogni mai inseguiti
di parole che ci aspettavamo da qualcuno ma che non abbiamo mai sentito
di silenzi assordanti
di rimpianti
sbarre che diventano sempre più insuperabili
ogni volta che pensiamo “tanto non mi capisce”
una gabbia che sembra proteggerci ma ci spegne.
passiamo la vita pensando a domani … e ci scordiamo di vivere oggi
eri una boccata di ossigeno
mezz’ora senza pensieri nel verde della collina, i calanchi come confini
tu e la tua Sally, io e la mia Astra
loro correvano felici mentre noi raccogliavamo funghi,
ammiravamo le orchidee selvatiche e i ciclamini
ossigeno puro per l’anima
in quell’angolo non arrivavano i rumori delle auto, sembrava di essere lontani
e sempre mi offrivi qualcosa raccolto dal tuo orto
e non ho capito, non ho capito che stavi male
quando le passeggiate sono diventate più corte
non ho capito perchè non hai voluto che io capissi
il tuo sorriso era sempre quello anche se i tuoi passi più stanchi
poi hai smesso di venire
ma il tuo orto e i tuoi alberi da frutto raccontavano la tua dedizione
non sei più tornato e l’inverno ha spazzato via tutto
quel luogo non è più quello che era
anche se ancora mi ricorda il tuo sorriso
volo leggera nel tepore senza pensieri
oddio cado! ho freddo …
la tua mano
perchè non stringe più la mia?
ho freddo e paura
e i tuoi occhi mi sorridono sereni
carco la tua mano e cado
cerco i tuoi occhi e piango
mi faccio forza e salgo … salgo
non ho più freddo
non ho più paura
non cado più
e ora
la mia mano stringe la sua