La storia di Kato, l’uomo che sfida la zona nucleare di Fukushima per salvare i gatti dimenticati

La storia di Kato, l’uomo che sfida la zona nucleare di Fukushima per salvare i gatti dimenticati

FULVIO CERUTTI Pubblicato il 10 Marzo 2021 Ultima modifica 11 Marzo 2021 13:03

«Voglio restare per prendermi cura di ciascuno di loro fino all’ultimo, poi posso morire tranquillo, che sia un giorno o un’ora dopo». Sono piene di amore le parole che Sakae Kato dedica ai gatti di cui ogni giorno si prende cura. Lui mette realmente a rischio la sua vita per i randagi che ha deciso di salvare dalle strada di Namie, nella zona vietata di Fukushima, in Giappone.

La storia di Kato, l’uomo che sfida la zona nucleare di Fukushima per salvare i gatti dimenticati

Dopo il disastro nucleare causato dal terremoto e dallo tsunami avvenuto nel 2011, oltre 160mila persone sono fuggite via, ma in molti hanno lasciato alle loro spalle i gatti che da un giorno all’altro si sono trovati ad affrontare una vita da randagi. E così il 57enne Kato ha deciso di sfidare i divieti e ha trasformato casa sua in un rifugio per gatti randagi: lì si prende cura di 41 gatti a cui riempie le ciotole di cibo e acqua, il tutto in stanze riscaldate con una stufa. Senza acqua corrente, deve riempire le bottiglie da una vicina sorgente di montagna o andare ai bagni pubblici.

La storia di Kato, l’uomo che sfida la zona nucleare di Fukushima per salvare i gatti dimenticati

Kato non è riuscito a salvarli tutti, 23 mici in questi 10 anni sono morti, ma lui li ha presi e li ha seppellito in un cimitero da lui creato. Perché anche dopo la loro morte lui ha voluto prendersi cura di loro.

I gatti gli hanno anche dato un motivo per rimanere su un terreno che è stato di proprietà della sua famiglia da tre generazioni: «Non voglio andar via, mi piace vivere su queste montagne» racconta l’ex imprenditore che è però ben consapevole di tutte le difficoltà che vive quotidianamente e che lo aspettano: il pavimento della sua abitazione su due piani è marcio e si affloscia.

La storia di Kato, l’uomo che sfida la zona nucleare di Fukushima per salvare i gatti dimenticati

«Due o tre anni, forse: le pareti cominciano a cedere» spiega riferendosi alle condizioni della sua abitazione che è piena di fori che lui aveva tappato con pannelli delle pareti e tegole del tetto che hanno tenuto fuori la pioggia per anni, ma che il mese scorso sono stati rimossi da un potente tremore della terra, una scossa che ha riportato la mente a quel terribile 11 marzo 2011.

La storia di Kato, l’uomo che sfida la zona nucleare di Fukushima per salvare i gatti dimenticati

L’uomo spende circa 7.000 dollari (circa 5900 euro) al mese per i suoi animali, parte dei quali per comprare cibo per cani per i cinghiali che si radunano vicino a casa sua al tramonto. Una scelta che gli ha anche causato dei problemi: i plantigradi sono considerati dannosi e così Kato a febbraio è stato arrestato per averne liberati alcuni dalle trappole che l’amministrazione locale aveva disseminato sul territorio.

Ma a Kato questo non importa, lui, che ha salvato anche un cane, ha deciso di non lasciare nessuno indietro.

Fonte : https://www.lastampa.it/la-zampa/gatti/2021/03/10/news/la-storia-di-kato-l-uomo-che-sfida-la-zona-nucleare-di-fukushima-per-salvare-i-gatti-dimenticati-1.40008947?fbclid=IwAR1gaH9a2TOMV-0LQ1wcejTXQclXoMeo_dtxKnZw7yI4camtUKz5cIyphuc

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