Al gatto non puoi mettere il guinzaglio, non lo possiedi: ti possiede

Ricky Farina Filmmaker e aforista

Il gatto, che animale misterioso!

Baudelaire se lo sentiva passeggiare nel cervello, il corpo flessuoso, con gli occhi di metallo e agata. I gatti sono misteriosi come le donne, solo che al contrario delle donne sono enigmi impenetrabili. Per gli Egizi il gatto era una divinità: la dea Bastet. Il cardinale Richelieu nelle sue volontà testamentarie lasciò parte del suo patrimonio ai gatti, Maometto tagliò parte della sua veste per non svegliare il suo gatto che ci dormiva sopra, e i gatti sono gli unici animali che possono muoversi liberamente in una moschea. Montaigne scrisse: “Quando gioco con il mio gatto, chissà se sono io che mi sto divertendo con lui, o lui con me”. Il gatto è scettico per natura, il più delizioso degli scettici, tranne quando caccia, allora lo scetticismo lascia il posto all’istinto, e per i roditori è vita dura. Per il poeta Mallarmé il gatto non è un animale, ma un compagno mistico, uno spirito vivente. Bill Dana diceva: “Mi hanno detto che l’addomesticamento dei gatti è molto difficile. Non è vero. Il mio mi ha addomesticato in un paio di giorni”.

Dobbiamo ribadirlo? Al gatto non puoi mettere il guinzaglio, non lo possiedi: ti possiede. E per sgomberare il campo dalle pericolose idiozie della superstizione, recitiamo questa frase di Groucho Marx come se fosse un mantra felino: “Se un gatto nero vi attraversa la strada, significa solo che sta andando da qualche parte!”. E potremmo andare avanti all’infinito a raccogliere citazioni sui gatti o segni della devozione umana nei loro confronti; Flaiano diceva: “Il mio gatto fa quello che vorrei fare io, ma con meno letteratura”. Il gatto è domestico nella misura in cui decide di esserlo, i ladri hanno molto da imparare dai gatti, Cary Grant in Caccia al ladro di Hitchcock era un ladro di gioielli soprannominato il gatto.

A Parigi i gatti passeggiano sui tetti, trasformando tutta la città nel loro salotto illuminato di vertigine. A Roma i gatti sono ombre elastiche che nella notte i fanali delle macchine proiettano sulle vestigia dell’età imperiale. Il gatto è un animale territoriale, crepuscolare, randagio e metafisico, è qui e altrove, è terrestre ma anche extra-terrestre, nella sua presenza riluce la gemma dell’assenza, il suo sguardo è freddo e profondo, ma nei vortici serici di questa profondità si cela l’incandescenza raggelata della luna, e fissare lo sguardo siderale di un gatto, ti fa diventare un astronauta seduto su una poltrona.

Il 17 febbraio è la festa del gatto, con molta probabilità al gatto poco interessa, non è festaiolo come il cane, possiamo invitarlo a soffiare sulle candeline, ma verrà da noi solo se non avrà niente di meglio da fare, e possiamo perdonarlo perché lui sa placare le nostre frequenze cardiache quando ci degna della sua presenza. Il gatto non ti dorme accanto come il cane, dorme sopra di te, per meglio stabilire chi comanda. Se lo accarezzi ti fa le fusa, vibrazioni enigmatiche, affusolate d’ignoto, ma prova ad accarezzarlo contropelo: avrai i segni dei suoi artigli, così sensuali e implacabili, sulla tua pelle.

Ho conosciuto una gatta che mi ha lacerato il cuore, il suo nome è Perla, decide lei quando amarmi o quando ignorarmi, appare sul letto, si avvicina, mi lecca la mano, strofina il suo musetto su di me, vicina e distante al tempo stesso, nei suoi occhi magnetici scorgo il labirinto e l’addio, ma avverto l’aroma di una fertilità sconosciuta, come se una Sfinge iperbolica moltiplicasse gli enigmi, donandomi non soluzioni ma sentieri, da percorrere fino al precipizio e all’oblio. Sempre sul filo del rasoio è il cuore felino, e sanguina solo perché pulsa, se fosse fermo sarebbe immacolato, Perla mi lascia in una pozza d’amore, dileguandosi nel buio fitto della stanza, risucchiata da una porta socchiusa, inseguendo il sibilo del vento che striscia sulle finestre dell’universo e le fa tremare di lontananza.

Ecco, parlando di gatti sono inciampato in una gatta e nel conseguente lirismo. Insopportabile. Devo tornare ai miei amati cani, alla loro leggendaria coglionaggine, alla bava dell’amicizia, dammi la zampa Fido, seguimi in questa avventura che è la vita. Addio Perla o a presto, perché… parliamoci chiaro… come si fa a resistere al fascino di una gatta monella come Perla? Pelo grigio, occhi d’ambra, portamento aristocratico: ipnosi e artigli. In una parola: amore. Il breve film di oggi racconta un’altra gatta, il suo nome era Mascka, con i miei film cerco sempre di salvare dall’oblio cose, animali e persone, ed è la lotta che ho scelto in questa vita.

Fonte : https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/16/giornata-del-gatto/5705360/

Quando un cane ci lascia …

Sarà che è lunedì ma oggi ho ispirazioni tristi, ma anche il fatto di perdere un cane fa parte del loro essere, perché purtroppo hanno una vita più corta della nostra, troppo corta in verità.

Nel 2011 in casa con noi vivevano due cani, uno aveva già 16 anni, l’altra ne aveva 9

A marzo se ne è andato il vecchietto, è stata una gran perdita perché era come se ci fosse sempre stato e ci sarebbe stato per sempre … si è spento e ci ha lasciati.

Non si è mai completamente pronti ma ci se ne fa una ragione quando ti lasciano a quell’età, poi la presenza dell’altro cane ha aiutato a superare il lutto.

A dicembre viene riscontrato un tumore alla femmina di 9 anni e mezzo, era il 22 dicembre, l’intervento la prenotazione della biopsia del tumore asportato … ricordo che dissi al veterinario che gli esiti li volevo sapere dopo le feste natalizie perché avevo sentito che era la fine, ma volevo ancora qualche giorno sereno visto che, tra l’altro, la cagnolona era fisicamente in formissima.

Il 23 dicembre la visita di controllo per l’intervento subito, la visita è ok e possiamo anche fermarci in uno sgambamento per farla muovere un po’.

Qualche minuto e Kora cade a terra in preda alle convulsioni, in quel momento ho sentito come qualcosa che si rompeva dentro di me, la corsa dal veterinario … ictus ….

Non si è più ripresa, è rimasta ricoverata tutta la notte e tutta la vigilia di Natale, il 25 l’abbiamo presa a casa per provare a farle sentire le nostre voci, il suo ambiente … ma niente, il 27/12 ci ha lasciato …

E’ stata una cosa così improvvisa che ci ha straziati …

Tra l’altro Kora era un cane un po’ particolare da gestire, sicuramente per la nostra inesperienza, non la si poteva portare ovunque in sicurezza perché non amava i bambini ed era molto protettiva nei miei confronti, per cui negli anni in cui è stata con noi abbiamo avuto diversi limiti negli spostamenti o nelle vacanze … ma era la nostra Kora …

Quando morì decidemmo di non prendere un altro cane per un po’, di provare la “libertà” di chi non ha animali …

In effetti potevamo andare ovunque senza pensieri, la casa era super pulita, prendemmo persino due gatti, cosa che non mi sarei mai attentata a fare quando c’era la Kora, e io amo molto anche i gatti …

Ma questa casa pulita, senza peli ovunque, senza le impronte infangate che lasciava al rientro dalle passeggiate … era un incubo … non era più casa mia.

Nel frattempo al canile dove facevo e faccio tutt’ora volontariato era entrata una pastorina meravigliosa … ma era presto, non mi attentavo neanche a pensarci; quando la pastorina fu adottata invece di essere felice fui presa dalla tristezza …

Una domenica, qualche settimana dopo, arrivai i canile e …. La pastorina era rientrata!!!! A quel punto le dissi “Astra, tu ora vieni a casa con me!” era fine febbraio 2012, due mesi senza cani.

Così ora ho di nuovo peli in giro, di cani e di gatti, però Astra è socievolissima, possiamo andare con lei ovunque, adora i bambini e prendere quante più coccole da chiunque incontriamo; probabilmente anche noi ci siamo fatti una certa esperienza e siamo riusciti a gestire al meglio il nostro rapporto con lei;

A luglio 2018 poi abbiamo adottato anche Elliott, un simil border collie, più border che collie 😉 che era stato raccolto assieme ai suoi due fratellini vagante nella periferia di Roma;

Ma vorrei anche dire, a tutti quelli che hanno perso un cane, di non fare l’errore di non prendere più altri cani perché “si soffre troppo quando ci lasciano” , non fatelo, ci sono tanti cani che vorrebbero amarvi tanto come mi vi ha amati quello che vi ha lasciati.

E adottiamo, svuotiamo i canili, sono pieni di angeli che sanno solo amare.

Ps. Astra mi ha aiutato tantissimo a superare il lutto ma non ho più addobbato la casa nel periodo natalizio e, anzi, quel periodo è per me il più brutto dell’anno.

Kora e Red (la foto è stata scansionata da una foto non digitale)