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Mese: febbraio 2020
Scoperta in Borneo un nuova specie di lumaca. E il nome è un omaggio a Greta Thunberg
Una spedizione nel parco nazionale Ulu Temburong nel Brunei ha scoperto una nuova specie, chiamandola Craspedotropis gretathunbergae, in onore dell’attivista svedese.
Sono stati i partecipanti di una spedizione di ricercatori e cittadini scienziati – citizens scientist – a scoprire una nuova specie di gasteropode nel parco nazionale di Ulu Temburong nel Brunei, in Borneo. I ricercatori facevano parte di un gruppo della Taxon Expeditions, società che organizza uscite scientifiche sul campo proprio per studiare gli habitat della foresta. La nuova lumaca è stata chiamata Craspedotropis gretathunbergae, in onore dell’attivista svedese, dato che l’habitat della nuova specie potrebbe essere a rischio a causa dei cambiamenti climatici. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Biodiversity Datajournal.
La nuova specie di lumaca Craspedotropis gretathunbergae © Taxon Expeditions
“La lumaca appena descritta appartiene ai cosiddetti caenogastropodi, un gruppo di lumache di terra note per essere sensibili alla siccità, agli estremi di temperatura e al degrado delle foreste”, ha detto il biologo evoluzionista Menno Schilthuizen e co-fondatore di Taxon Expeditions. Tutti gli individui sono stati trovati molto vicino alla stazione di ricerca Kuala Belalong Field Studies Centre, ai piedi di un ripido pendio di una collina vicino alla riva del fiume, mentre cercavano riparo sulle foglie delle piante sottostanti.
La lumaca dal nome svedese
“Chiamare questa lumaca come Greta Thunberg è il nostro modo di riconoscere che la sua generazione dovrà risolvere problemi di cui non è responsabile”, ha invece detto uno degli scienziati autori dell’osservazione. “Ed è una sorta di promessa che le persone di tutte le generazioni si uniranno a lei per aiutarla”.
L’ordine dei Caenogastropoda terrestri costituisce una componente importante della malacofauna (il gruppo che comprende anche le lumache di terra) della foresta. Quest’ultime però sarebbero più sensibili alla siccità e al degrado delle foreste come dimostrato da studi precedenti sulle colline calcaree della Sabah (Schilthuizen et al. 2005). La principale minaccia infatti risulta essere la riduzione progressiva della copertura forestale che quest’area del pianeta sta subendo nelle ultime decadi.
Venerdì 1 novembre, l’attivista svedese Greta Thunberg ha incontrato Leonardo DiCaprio, l’attore ambientalista © Leonardo DiCaprio / Instagram
Era già accaduto anche a DiCaprio
Non è la prima volta che la Taxon Expeditions “omaggia” dei personaggi famosi nel mondo per il loro attivismo. Nel 2018 lo stesso gruppo di ricercatori avevano battezzato una nuova specie di scarabeo d’acqua scoperta nel Borneo con il nome di Grouvellinus leonardodicaprioi, in onore dell’attore hollywoodiano impegnato da tempo per la tutela del pianeta e per spingere all’azione nei confronti dei cambiamenti climatici.
Fonte : https://www.lifegate.it/persone/news/borneo-lumaca-greta-thunberg
Processionaria, con la stagione calda arriva il pericolo per i cani
In questa stagione si può incontrare un insetto che rappresenta un pericolo mortale per i cani, la processionaria. Ecco come provare ad evitarla.
Cosa sono le processionarie
Con l’arrivo della primavera ci sono buone probabilità di incontrare la processionaria (Thaumetopoea pityocampa). Sono bruchi buffi e in apparenza innocui che prendono il nome dall’abitudine peculiare di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”.
Processionarie del pino, questi insetti hanno l’abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione” (Thaumetopoea pityocampa / Traumatocampa pityocampa) (Photo by: Arterra/UIG via Getty Images)
Adulti inoffensivi, bruchi terribili
Questi animali, insetti dell’ordine dei lepidotteri, da adulti si trasformano in inoffensive falene, ma nello stadio larvale possono essere pericolosi per gli esseri umani e addirittura letali per gli animali, soprattutto per i cani che hanno l’abitudine di annusare il terreno e di addentare qualsiasi cosa si muove.
I peli della processionaria sono il pericolo
Il pericolo è rappresentato dai peli urticanti che ricoprono il corpo della processionaria, questi peli vengono rilasciati nell’aria quando il bruco è in pericolo e la loro forma uncinata gli permette di agganciarsi alla vittima provocando reazioni cutanee, alle mucose, agli occhi e alle vie respiratorie.
Dove nidificano le processionarie
Le processionarie nidificano soprattutto su pini e querce e sono estremamente dannose anche per le piante che le “ospitano”. Il periodo di maggior rischio di contatto con le processionarie inizia a marzo, fase in cui solitamente le larve abbandonano i nidi, e dura almeno fino alla fine di aprile.
Nido di processionaria del pino. Ogni femmina di processionaria produce un “ammasso” di uova che viene fissato ad un ago dell’albero ospitante (Photo by Forster/ullstein bild via Getty Images)
Effetti della processionaria sul cane, i sintomi
Se il vostro cane dovesse “assaggiare” una processionaria ve ne accorgereste presto, i sintomi sono infatti piuttosto immediati. Il primo è l’improvvisa e intensa salivazione, a cui fa spesso seguito il vomito, dopodiché la lingua si ingrossa notevolmente e inizia il processo di necrosi della parte che è venuta a contatto con il bruco, con la conseguente perdita di porzioni di lingua. Il cane inoltre mostra evidenti segni di debolezza, rifiuta il cibo e potrebbe avere sintomi febbrili.
Le conseguenze della processionaria
Le conseguenze potrebbero essere fatali per l’animale, specie se il contatto è stato prolungato, è pertanto necessario agire con la massima tempestività. È chiaramente importante portare il prima possibile il cane dal veterinario, c’è però un’operazione di primo soccorso che può rivelarsi molto utile.
Cosa fare se il cane lecca una processionaria
È necessario rimuovere rapidamente i peli residui lavando la bocca del cane con un abbondante soluzione di acqua e bicarbonato (si consiglia di indossare guanti di lattice per evitare di toccare a propria volta i peli urticanti).
I peli urticanti del bruco della processionaria, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare e in casi gravi può comportare la perdita di porzioni di lingua (Photo by Leon Neal/Getty Images)
Stare lontani dai luoghi delle processionarie
In questa stagione dunque, per quanto possibile, è consigliabile stare alla larga da pini e querce durante le passeggiate, tenendo a mente che la processionaria colpisce soprattutto alberi giovani. Se si lascia il cane libero in un parco, senza controllarlo costantemente, un’altra forma di prevenzione (per quanto sgradita al tuo animale) è di fargli indossare la museruola.
Nido di processionaria: disinfestazione obbligatoria
La disinfestazione dei bruchi di processionaria in Italia è obbligatoria dal 2008, con l’entrata in vigore di un decreto ministeriale che stabilisce che “la lotta contro la processionaria del pino è obbligatoria nelle aree in cui le strutture regionali individuate per le finalità di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214, competenti per territorio, hanno stabilito che la presenza dell’insetto minacci seriamente la salute delle persone o degli animali o la sopravvivenza del popolamento arboreo”. Deputati alla rimozione dei nidi di processionaria sono il Corpo forestale o professionisti della disinfestazione. Se la pianta infestata è in una proprietà privata la spesa della disinfestazione è a carico del proprietario del terreno.
Gli effetti sull’uomo della processionaria
I bruchi di processionaria costituiscono un pericolo anche per gli esseri umani, i loro peli urticanti possono facilmente disperdersi anche nell’aria. Se i peli vengono a contatto con la pelle possono scatenare reazioni epidermiche e reazioni allergiche, mentre in caso di inalazione possono causare reazioni infiammatorie locali, particolarmente pericolose per i soggetti più sensibili. In caso di contatto si consiglia di lavare abbondantemente le zone interessate per rimuovere i peli e consultare un medico
Metodi di disinfestazione
Esistono diverse tecniche per debellare i bruchi di processionaria, dalla lotta meccanica all’utilizzo di insetticidi biologici.
Lotta meccanica
Consiste nella rimozione manuale dei nidi di processionaria, tagliando le estremità della pianta infestate. Questo procedimento viene abitualmente svolto durante l’inverno, prima che le larve siano uscite dal nido. Si tratta di una tecnica efficace ma che richiede molto tempo, è pertanto consigliata se la superficie da disinfestare è limitata.
Bruchi di processionaria che scendono da una albero dopo essere usciti dal nido (Photo by: Auscape/UIG via Getty Images)
Lotta microbiologica
Questo metodo è molto utilizzato e prevede l’utilizzo di un insetticida biologico a base di Bacillus thuringiensis kurstaki (Btk). Questo insetticida, innocuo per persone e cani, agisce rapidamente, bloccando l’attività trofica delle larve. L’insetticida può essere diffuso con per via aerea o tramite un atomizzatore.
Trappole ai feromoni
Le trappole ai feromoni “simulano” le sostanze rilasciate dalla femmina di falena di processionaria per attirare il maschio durante il periodo dell’accoppiamento. Così facendo si riduce la possibilità di incontro e di procreazione tra maschi e femmine. Il periodo migliore per posizionare queste trappole è il mese di giugno.
Fonte : https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/arriva-la-primavera-pericolo-processionarie-per-cani
Non ti ho neanche salutato
eri una boccata di ossigeno
mezz’ora senza pensieri nel verde della collina, i calanchi come confini
tu e la tua Sally, io e la mia Astra
loro correvano felici mentre noi raccogliavamo funghi,
ammiravamo le orchidee selvatiche e i ciclamini
ossigeno puro per l’anima
in quell’angolo non arrivavano i rumori delle auto, sembrava di essere lontani
e sempre mi offrivi qualcosa raccolto dal tuo orto
e non ho capito, non ho capito che stavi male
quando le passeggiate sono diventate più corte
non ho capito perchè non hai voluto che io capissi
il tuo sorriso era sempre quello anche se i tuoi passi più stanchi
poi hai smesso di venire
ma il tuo orto e i tuoi alberi da frutto raccontavano la tua dedizione
non sei più tornato e l’inverno ha spazzato via tutto
quel luogo non è più quello che era
anche se ancora mi ricorda il tuo sorriso
Cado … no volo …
volo leggera nel tepore senza pensieri
oddio cado! ho freddo …
la tua mano
perchè non stringe più la mia?
ho freddo e paura
e i tuoi occhi mi sorridono sereni
carco la tua mano e cado
cerco i tuoi occhi e piango
mi faccio forza e salgo … salgo
non ho più freddo
non ho più paura
non cado più
e ora
la mia mano stringe la sua
Il piccione non può volare, il chihuahua non può camminare: ora sono amici inseparabili
Sabato 15 Febbraio 2020 di Cristiano Sala

“The Mia Foundation” si occupa di animali. Del loro benessere e di salvarli, molto spesso, da morte certa. La storia di questa associazione no-profit viene raccontata tutti i giorni attraverso una pagina Facebook, dove vengono pubblicate le storie dei piccoli amici soccorsi dai volontari. L’ultimo racconto è davvero emozionante. Lo dicono i like e i commenti postati sotto le foto di Herman e Lundy, un piccione e un chihuahua.







Una grande amicizia lega questi animali accumunati, purtroppo, da gravissimi problemi. Herman non può volare, Lundy non può camminare. Il primo è ospite da tempo della Fondazione di New York, il secondo è arrivato da un mese con un grave problema alla spina dorsale. L’esperto Herman si è occupato di accoglierlo, dandogli tutto l’affetto che solo un “fratello maggiore” sa trasmettere.
Sue Rogers, il fondatore del centro, ha detto che i due sono inseparabili e passano gran parte del tempo nel morbido cesto “casa” di Lundy: «Li avevo messi vicini, ognuno nel loro posto. Il feeling tra i due si è creato naturalmente e ora sono inseparabili…»
fonte : https://www.ilgazzettino.it/animali/chihuahua_piccione_amici_new_york-5053517.html
Il tasso e il coyote, amici e compagni di caccia al marmotino
8 febbraio 2020 Guido Minciotti
Se la realtà non supera la fantasia è solo perchè la scienza ha già accertato il sodalizio tra i coyote e i tassi. Ma in quello che sembra un film Disney mentre è solo la ripresa di una videotrappola, c’è davvero un coyote che aspetta saltellando felice il suo amico tasso, come durante un gioco, e insieme imboccano un tunnel, diretti chissà dove. Stanno, probabilmente, andando a caccia di scoiattoli insieme: studi naturalistici hanno dimostrato che il tasso scava nelle tane degli scoiattoli di terra, i marmotini, per spingerli a uscire, dove il coyote li inseguirà. E’ comunque la prima volta che si ottiene un filmato così, spiega Post (Peninsula Open Space Trust), l’organizzazione di conservazione ambientale che, insieme a Pathways for Wildlife, ha posizionato una cinquantina di videotrappole in corrispondenza di passaggi ecologici come il tunnel sotto l’autostrada in California, nei pressi delle Southern Santa Cruz Mountains, dove sono stati ripresi i due compagni di scorribande notturne.
I coyote non godono di buona fama in Usa e sono accusati di attaccare gli umani ma secondo Humane Society gli incidenti sono da imputare alla cattiva abitudine di chi gli dà da mangiare. Tra le ragioni che hanno spinto Post a diffondere le immagini c’è quella che il video possa convincere le persone della necessità di creare passaggi sicuri in difesa della fauna selvatica. “Perché se un coyote e un tasso possono imparare ad essere amici, allora gli umani possono sicuramente imparare a convivere con gli animali selvatici”, conclude – non esente da retorica hollywoodiana – l’organizzazione. In altri video caricati sul sito di Post qui oltre al tasso e al coyote sono protagonisti davanti alle videotrappole anche procioni, moffette o puzzole e altri animali.
La maestosa bellezza dell’unica manta rosa al mondo
NOE. PEN. Pubblicato il 21 Febbraio 2020 Ultima modifica 21 Febbraio 2020 ora 4:02
Maestosa, possente e incredibilmente rosa. Una manta più unica che rara è stata avvistata mentre nuotava nella Grande barriera corallina australiana. Il suo splendore non è passato inosservato al fotografo Kristian Laine, che ha scattato le foto mentre era in apnea vicino a Lady Elliot Island.
Inizialmente non si era accorto che la manta fosse rosa e non bianca. E quando ha riguardato la foto, pensava che la sua macchina fotografica gli avesse giocato un brutto scherzo. Solo più tardi ha capito di aver visto quella che potrebbe essere l’unica manta rosa al mondo.
Nonostante la sua straordinaria tonalità, questo esemplare è stato visto meno di 10 volte da quando è stato «scoperto» nel 2015 dai biologi del Project Manta australiano. I veterinari inizialmente sospettavano che la manta fosse affetta da un’infezione della pelle. Poi hanno puntato il dito contro la sua alimentazione a base di alghe sature di beta carotene, le stesse che rendono rosa le piume dei fenicotteri.
Poi un gruppo di ricerca è riuscito a sottoporre la manta a una piccola biopsia cutanea, scoprendo che il suo colore rosa e nero è dovuto molto probabilmente a una mutazione genetica simile all’eritismo. Qualunque sia il motivo, non cambia la bellezza di questo pesce gigante che nuota indisturbato nel mare dei Coralli, speriamo per ancora molto tempo.

Il cane salva un cucciolo di orso bruno abbandonato dalla mamma
L’empatia degli animali è sempre più evidente a dimostrarlo un altro incredibile avvenimento accaduto nella contea di Washington. Un cane ha portato a casa un cucciolo di orso per salvarlo.

Disidrato e con un peso di 540 g il piccolo cucciolo era solo e abbandonato quando il cane vedendolo decise di salvarlo e portarlo a casa con se, il fatto che ha dell’incredibile è accaduto nella contea di Washington e ha scosso ancora una volta le coscienze delle persone che si sono rese sempre più conto di quanto gli animali siano empatici.
L’orso salvato dal cane

Il cucciolo è stato immediatamente riconosciuto dalla famiglia del cane che accorgendosi della specie del piccolo trovatello lo ha fatto prontamente trasportare al Wildlife Center of Virginia dove il team di riabilitazione veterinaria ha preparato un percorso di riabilitazione e ha iniziato il processo di alimentazione per il piccolo orso.
Fortunatamente dopo i primi accertamenti veterinari del centro faunistico il cucciolo di orso nonostante la disidratazione, è risultato in ottime condizioni di salute e dopo essere stato nutrito giornalmente con del latte artificiale con un biberon dai veterinari, e idratato, è stato sistemato in un’incubatrice.
I veterinari hanno calcolato un programma di alimentazione 24 ore su 24 con una formula specializzata per soddisfare le sue esigenze nutrizionali, il cucciolo è stato successivamente rilasciato in natura con una mamma adottiva.
Secondo uno dei portavoce del centro specializzato ogni anno nell’ospedale vengono trattati più di 3000 animali selvatici ma non tutti hanno la fortuna del cucciolo di orso, la maggior parte infatti, arrivano in ospedale gravemente feriti e per alcuni non vi è nessuna possibilità di salvezza a causa di lesioni ferite, causati molte volte da animali domestici che nei propri giardini trovano tane di animali selvatici.
Il piccolo che è stato rilasciato in natura è un cucciolo di orso bruno che potrebbe arrivare a pesare anche oltre 250 kg in età adulta, la mamma adottiva aveva già altri 3 cuccioli con il quale il piccolo orso crescerà come se fossero suoi fratelli.
Sul profilo instragram del Wildlife Center è stato pubblicato un video del piccolo che dorme beatamente la clip ha totalizzato più di 5000 visualizzazioni.
Il piccolo ora sta bene e ha finalmente una nuova famiglia con cui potrà crescere in libertà, non si sa precisamente quale sia stato il motivo che ha spinto la mamma orsa biologica ad abbandonare il suo piccolo, ma molte volte i cuccioli sono abbandonati per cause di forza maggiore come la mancanza di latte materno o per incidenti dovuti all’essere umano.
Al gatto non puoi mettere il guinzaglio, non lo possiedi: ti possiede
Ricky Farina Filmmaker e aforista
Il gatto, che animale misterioso!
Baudelaire se lo sentiva passeggiare nel cervello, il corpo flessuoso, con gli occhi di metallo e agata. I gatti sono misteriosi come le donne, solo che al contrario delle donne sono enigmi impenetrabili. Per gli Egizi il gatto era una divinità: la dea Bastet. Il cardinale Richelieu nelle sue volontà testamentarie lasciò parte del suo patrimonio ai gatti, Maometto tagliò parte della sua veste per non svegliare il suo gatto che ci dormiva sopra, e i gatti sono gli unici animali che possono muoversi liberamente in una moschea. Montaigne scrisse: “Quando gioco con il mio gatto, chissà se sono io che mi sto divertendo con lui, o lui con me”. Il gatto è scettico per natura, il più delizioso degli scettici, tranne quando caccia, allora lo scetticismo lascia il posto all’istinto, e per i roditori è vita dura. Per il poeta Mallarmé il gatto non è un animale, ma un compagno mistico, uno spirito vivente. Bill Dana diceva: “Mi hanno detto che l’addomesticamento dei gatti è molto difficile. Non è vero. Il mio mi ha addomesticato in un paio di giorni”.
Dobbiamo ribadirlo? Al gatto non puoi mettere il guinzaglio, non lo possiedi: ti possiede. E per sgomberare il campo dalle pericolose idiozie della superstizione, recitiamo questa frase di Groucho Marx come se fosse un mantra felino: “Se un gatto nero vi attraversa la strada, significa solo che sta andando da qualche parte!”. E potremmo andare avanti all’infinito a raccogliere citazioni sui gatti o segni della devozione umana nei loro confronti; Flaiano diceva: “Il mio gatto fa quello che vorrei fare io, ma con meno letteratura”. Il gatto è domestico nella misura in cui decide di esserlo, i ladri hanno molto da imparare dai gatti, Cary Grant in Caccia al ladro di Hitchcock era un ladro di gioielli soprannominato il gatto.
A Parigi i gatti passeggiano sui tetti, trasformando tutta la città nel loro salotto illuminato di vertigine. A Roma i gatti sono ombre elastiche che nella notte i fanali delle macchine proiettano sulle vestigia dell’età imperiale. Il gatto è un animale territoriale, crepuscolare, randagio e metafisico, è qui e altrove, è terrestre ma anche extra-terrestre, nella sua presenza riluce la gemma dell’assenza, il suo sguardo è freddo e profondo, ma nei vortici serici di questa profondità si cela l’incandescenza raggelata della luna, e fissare lo sguardo siderale di un gatto, ti fa diventare un astronauta seduto su una poltrona.
Il 17 febbraio è la festa del gatto, con molta probabilità al gatto poco interessa, non è festaiolo come il cane, possiamo invitarlo a soffiare sulle candeline, ma verrà da noi solo se non avrà niente di meglio da fare, e possiamo perdonarlo perché lui sa placare le nostre frequenze cardiache quando ci degna della sua presenza. Il gatto non ti dorme accanto come il cane, dorme sopra di te, per meglio stabilire chi comanda. Se lo accarezzi ti fa le fusa, vibrazioni enigmatiche, affusolate d’ignoto, ma prova ad accarezzarlo contropelo: avrai i segni dei suoi artigli, così sensuali e implacabili, sulla tua pelle.
Ho conosciuto una gatta che mi ha lacerato il cuore, il suo nome è Perla, decide lei quando amarmi o quando ignorarmi, appare sul letto, si avvicina, mi lecca la mano, strofina il suo musetto su di me, vicina e distante al tempo stesso, nei suoi occhi magnetici scorgo il labirinto e l’addio, ma avverto l’aroma di una fertilità sconosciuta, come se una Sfinge iperbolica moltiplicasse gli enigmi, donandomi non soluzioni ma sentieri, da percorrere fino al precipizio e all’oblio. Sempre sul filo del rasoio è il cuore felino, e sanguina solo perché pulsa, se fosse fermo sarebbe immacolato, Perla mi lascia in una pozza d’amore, dileguandosi nel buio fitto della stanza, risucchiata da una porta socchiusa, inseguendo il sibilo del vento che striscia sulle finestre dell’universo e le fa tremare di lontananza.
Ecco, parlando di gatti sono inciampato in una gatta e nel conseguente lirismo. Insopportabile. Devo tornare ai miei amati cani, alla loro leggendaria coglionaggine, alla bava dell’amicizia, dammi la zampa Fido, seguimi in questa avventura che è la vita. Addio Perla o a presto, perché… parliamoci chiaro… come si fa a resistere al fascino di una gatta monella come Perla? Pelo grigio, occhi d’ambra, portamento aristocratico: ipnosi e artigli. In una parola: amore. Il breve film di oggi racconta un’altra gatta, il suo nome era Mascka, con i miei film cerco sempre di salvare dall’oblio cose, animali e persone, ed è la lotta che ho scelto in questa vita.
Fonte : https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/16/giornata-del-gatto/5705360/